Sri Nisargadatta Maharaj
Sri Nisargadatta Maharaj, che originariamente si chiamava Maruti Kampli, nasce a Bombay nel 1897.
Nel 1933 incontrò il guru Sri Siddharameswar Maharaj, il quale lo ispirò cosi tanto che decise di seguire il suo insegnamento in modo totale.
Dopo pochi anni, in seguito alla morte del suo Maestro, Nisargadatta si ritirò per un lungo periodo sulle cime dell’Himalaya vivendo in solitudine.
Durante questo ritiro si rese conto che la vera realizzazione del Sè non poteva dipendere dall’ambiente in cui l’essere umano viveva, e quindi decise di fare ritorno in famiglia.
Nisargadatta Maharaj non era un uomo istruito e non faceva sfoggio di erudizione. La sua vita, come il suo insegnamento, era all’insegna della semplicità e dell’umiltà.
Non proponeva un sistema, una teologia, una psicologia o una filosofia, eppure, vedeva con disarmante lucidità negli altri e in se stesso.
Vedeva quindi l’essenza della realtà e donò i propri insegnamenti a chiunque fosse interessato ad avanzare nel percorso di consapevolezza.
I dialoghi intercorsi tra Nisargadatta e i suoi interlocutori sono perle rare di saggezza e conoscenza, basi solide per una profonda meditazione di auto-indagine interiore.
Gli insegnamenti di Sri Nisargadatta mettono in discussione tutto, fin’anche i nostri pensieri e le nostre convinzioni.
“Io Sono Quello” è un testo-dialogo di altissimo livello con più di 500 pagine di conversazioni di guida e supporto per tutti coloro che si rivolgono a lui.
Buona lettura♥
9 Maggio 1970
“ Interlocutore:
Maharaj, siete seduto di fronte a me, e io sono qui, ai vostri piedi. Qual ‘è la vera differenza tra noi?
Maharaj Nisargadatta:
Non c’è una vera differenza.
Interlocutore:
Eppure una ragione ci deve esserci, se sono io che vengo da voi e non viceversa.
Maharaj Nisargadatta:
Tu immagini delle differenze, per questo vieni qui in cerca di individui “ superiori”.
Interlocutore:
Ma voi siete un essere superiore. Sostenete di conoscere la realtà, io no. Maharaj Nisargadatta:
Ho mai detto che tu non conosci, e perciò sei inferiore? Lascia che chi ha inventato distinzioni del genere, le provi. Non sostengo di sapere niente che tu non sappia; anzi, so molto meno di te.
Interlocutore:
Le vostre parole sono sagge, la vostra condotta è nobile, la vostra grazia ha potere. Maharaj Nisargadatta:
Non so niente di tutto questo, e non vedo differenze tra te e me. La mia vita è una successione di fatti come la tua. Solo che sono distaccato, e vedo svolgersi il film per quello che è, un film che si svolge, mentre tu ti abbarbichi alle cose e ti muovi insieme ad esse.
Interlocutore:
Che cosa vi ha reso cosi imperturbabile? Maharaj Nisargadatta:
Niente in particolare. E successo che diedi fiducia al mio maestro, mi disse che non sono altri che me stesso, e gli credetti.. E poiché gli ho creduto, mi sono regolato in conseguenza. Smisi di tenere a ciò che non era ne me né mio.
Interlocutore:
Che cosa v’indusse a credere ciecamente nel maestro, mentre la fiducia che abbiamo noi è solo a parole?
Maharaj Nisargadatta:
Chi può dirlo? Accade. Le cose accadono senza motivo, e alla fine che importa chi si è? La tua alta stima su di me è solo un’oppinione, può cambiare da un momento all’altro. Perchè dare importanza alle opinioni, anche alle proprie?
Interlocutore:
Eppure siete diverso. La vostra mente sembra quieta e felice. E prodigi accadono intorno a voi.
Nisargadatta Maharaj:
Non so niente dei prodigi, e mi sorprende che la natura ammetta eccezioni alle sue leggi, a meno che non si voglia sostenere che tutto è prodigioso. Per me, la verità è un’altra: c’è la coscienza, e tutto accade in essa. E’ un fatto, e ognuno può constatarlo da sé. Forse non sei abbastanza attento. Guarda bene e vedrai come me.
Interlocutore: Che cosa vedete?
Nisargadatta Maharaj:
Quello che vedresti subito anche tu se correggessi il fuoco dell’attenzione. Non ti osservi abbastanza. La tua mente s’identifica con gli oggetti, le persone, le idee, ma mai con te stesso. Mettiti a fuoco, acquista coscienza dell’esistenza che è tua. Guarda come funzioni, esamina i moventi e gli effetti delle tue azioni. Scruta la prigione che ti sei costruito intorno, per inavvertenza. Constatando ciò che non sei, scoprirai che sei. La via di ritorno a quello che sei, passa attraverso il rifiuto e la negazione. C’è una certezza: il reale è reale, non è un immaginario prodotto dalla mente. Persino l’ “io sono” è discontinuo, pur essendo un indicatore prezioso: segnala dove cercare, non che cosa. Guardalo bene e vedrai che, non appena ti sarai persuaso di non poter dire niente di attendibile su di te tranne “Io sono”, e che niente che tu possa indicare è te, lo stesso bisogno dell’ ”Io sono” verrà meno,, e smetterai di verbalizzare ciò che sei. Devi liberarti della tendenza a definirti. Le definizioni valgono solo per il corpo e le sue espressioni. Se ti svincoli dall’ossessione del corpo, ritornerai spontaneamente al tuo stato naturale. L’unica differenza tra noi è che io sono consapevole del mio stato naturale, mentre tu sei confuso. Come l’oro dei gioielli non ha più pregi dell’oro in polvere altro che per il valore che la mente gli impone cosi noi, nell’essere, siamo identici, e solo l’apparenza ci fa diversi. Lo scopriamo se siamo seri, indagando, interrogandoci giorno dopo giorno, momento per momento, votando l’intera vita per la scoperta”.
To be continued… Namastè!♥ ♥ ♥