Il diaframma è un muscolo piatto che separa la cavità toracica da quella addominale. Ha origine sia dalle ossa lombari ( L1, L2, L3, L4), sia dalle coste che dallo sterno.
Il muscolo diaframma è a forma di cupola con la sommità all’interno della cavità toracica, ed è attraversato da vari orifizi attraverso cui passano i vasi principali e l’esofago.
La parte destra è collegata con il fegato, mentre la sinistra è in rapporto con stomaco e milza.
Il diaframma è un muscolo nel quale si somatizzano le emozioni e, cosi come gli altri muscoli (testa, collo bacino, etc.), può essere sede di tensioni che, se croniche , possono provocare:
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Respiro superficiale ( con inspirazione ridotta e prevalentemente toracica, ed espirazione incompleta)
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Tensione e/o dolore epigastrico alla palpazione profonda
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Reflusso gastrico-esofageo (l’esofago passa attraverso il diaframma)
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Modifiche posturali
Per esempio, cosa succede quando prendi uno spavento e qual ‘è la prima cosa che si blocca? Il respiro! Possiamo dire che il diaframma è la spugna delle nostre emozioni.
Un diaframma rigido è segno di emozioni non espresse, soffocate, di qualcosa che pensiamo di non poter dire o fare.
Quando si provano emozioni come paura, rabbia, ansia, etc.., il diaframma si irrigidisce e la respirazione diventa irregolare, mentre quando si provano emozioni come gioia, rilassamento, amore e compassione, il diaframma è rilassato e funziona meglio.Questo dona salute e benessere psicofisico.
La vita è un flusso e il modo migliore per viverla è accettare il suo corso esattamente così com’è, senza intervenire.
Quando scegliamo di accettare una situazione ogni traccia di conflitto interno ed esterno si estingue. Questo non vuol dire essere totalmente passivi alla vita subendola continuamente, al contrario, puoi vivere le stesse situazioni ma, modificando la visione, osservando se stessi senza giudicare o ipotizzare il futuro ci aiuta a vivere più serenamente.Chi è in grado di osservare i propri pensieri e di riconoscere le proprie emozioni, capire come funzionano, dotarle di significato, usare l’informazione da loro derivante e gestire l’esperienza, sarà più capace di rispondere efficacemente alle richieste e alle situazioni della vita quotidiana rispetto a chi non è in grado di farlo.
Dal punto di vista energetico, il diaframma è il ponte di collegamento e passaggio tra le energie inferiori e quelle superiori.
Il diaframma corrisponde al terzo Chakra (Manipura), sede della nostra autostima e delle emozioni. ( Leggi qui l’articolo “Il Terzo Chakra”):
Quando il terzo Chakra è in equilibrio, il flusso di energia sale verso il Chakra del cuore, il centro del perdono e la fonte dell’amore puro.
Il diaframma separa e unisce il piano fisico e quello spirituale.Il lavoro sui blocchi emotivi è importante e in questo caso lo Yoga ci viene incontro al fine di accelerare la liberazione dei blocchi psicosomatici.
Come è vero che esperienze associate ad emozioni “stressanti” influiscono sul respiro, altresì quest’ultimo può essere un efficace strumento terapeutico.
Osserva la tua respirazione. Come avviene?
E ‘regolare oppure ci sono interruzioni?
L’addome è rilassato oppure è contratto per la maggior parte del tempo?
La tua respirazione coinvolge principalmente l’addome oppure si manifesta principalmente nel torace?
Queste sono alcune domande che ti aiuteranno a capire se respiri correttamente oppure no ed a migliorare la tua consapevolezza del respiro.
“ Quando il respiro è affannoso anche la mente è instabile.
Ma quando il respiro si calma anche la mente lo fa, e lo yogi raggiunge lunga vita. Pertanto, si deve imparare a controllare il respiro.”
( Hatha Yoga Pradipika)
Vi sono tre tipologie di respiro:
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La respirazione addominale
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La respirazione toracica
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La respirazione clavicolare
La respirazione addominale, chiamata anche diaframmatica, è la respirazione più profonda che possiamo eseguire.
Durante questa respirazione riusciamo a svuotare e riempire completamente i polmoni.
La respirazione diaframmatica ha un effetto rigenerante sull’intero organismo, aiuta a ossigenare in profondità le cellule e di conseguenza l’intero organismo.Il movimento del diaframma aiuta a massaggiare gli organi interni addominali e mantenerli in salute.
Con la respirazione toracica accediamo alla parte superficiale e mediana dei polmoni.
In questo respiro il diaframma non viene coinvolto per cui, se praticata per un lungo periodo può portare a un irrigidimento del diaframma e a un ristagno di aria “sporca” nella parte bassa dei polmoni.La respirazione clavicolare è la respirazione più superficiale.
Durante questa respirazione accediamo solo alla parte superiore dei polmoni.
Questa è la respirazione che adottiamo inconsciamente durante gli stati d’ansia, e inducendo volontariamente questo tipo di respirazione, entriamo in uno stato di agitazione.
La respirazione clavicolare viene praticata insieme a quella addominale e toracica.Qual’è la respirazione più efficace?
Sicuramente la respirazione addominale è importante, ma da un punto di vista sia di salute fisica che emotiva, è la respirazione yogica completa che lega i tre tipi di respirazione in un unico e potente respiro.
Secondo Swami Shivananda, grazie alla respirazione yogica il corpo si purifica interamente, la mente si calma aumentando la vitalità e il benessere generale.Può essere praticata in qualsiasi momento ed è utile soprattutto in situazioni di stress elevato. Come praticare la respirazione completa:
Siediti in una posizione comoda (a gambe incrociate o semplicemente seduti) – Mantieni la colonna vertebrale dritta, le spalle rilassate
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Chiudi gli occhi e inizia facendo qualche respiro profondo e lento attraverso il naso
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Osserva semplicemente il tuo respiro, il suo ritmo
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Ora, senza fretta e sforzo, mentre INSPIRI osserva il tuo addome che si espande completamente
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Quando l’addome è pieno, porta l’aria verso l’alto e senti il torace che si espande versol’esterno e verso l’alto
Quando il torace è pieno, continua a inspirare un altro po’ per riempire il corpo fino alla zona clavicolare
ESPIRA lentamente e rilassa:
- La zona clavicolare
- Il torace
- L’addome
Senza forzare, cerca di svuotare i polmoni il più possibile cercando di portare la parete addominale più vicino alla colonna vertebrale.
Questo è un ciclo di respirazione yogica, un movimento continuo e regolare di riempimento e svuotamento accompagnato dall’osservazione e dalla consapevolezza.
Se sei all’inizio ti consiglio di praticare da 5 a 10 cicli e aumentare progressivamente fino a 10 minuti al giorno.
Per una pratica efficace i punti principali sono la moderazione, l’equilibrio e il buon senso.
Insieme al respiro consapevole, un buon alleato per rilassare e sciogliere le tensioni del diaframma sono le posizioni (Asana).
Ci sono tante posizioni per favorire il rilassamento del diaframma, oggi voglio mostrarti tre posizioni utili che hanno lo scopo di sciogliere le tensioni e che favoriscono l’apertura di questa zona del corpo.
Le tre posizioni del guerriero facilitano l’apertura del torace, la stabilità e l’equilibrio psico-fisico. Queste posizioni, chiamate Virabhadrasana in sanscrito, prendono il nome del mitologico guerriero indù Virabhadra, un’incarnazione potente di Shiva.
Praticando la posizione del guerriero onoriamo la nostra lotta contro la nostra ignoranza e il nostro ego, coltivando la forza e il coraggio di fare la cosa giusta in circostanze difficili.
Queste pose migliorano inoltre le nostre capacità di concentrazione, mantenendo la mente calma e concentrata di fronte alle difficoltà.
Virabhadrasana è una posizione polare, quindi va eseguita prima da un lato, poi dall’altro.
Ti ricordo che nello Yoga ogni movimento è sincronizzato al respiro: INSPIRA in apertura (estensioni indietro) ed ESPIRA in chiusura (piegamenti in avanti).
Mantieni ogni posizione per cinque respiri.
VIRABHADRASANA 1
– In posizione eretta ( Tadasana)
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Fai un lungo passo indietro con la gamba destra ( circa 1 metro)
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Ruota il piede destro all’esterno di circa 40°
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Le anche sono rivolte frontalmente
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Piega la gamba sinistra in modo che il ginocchio sia in linea con la caviglia
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INSPIRA profondamente e solleva le braccia oltre la testa, unendo i palmi in preghiera (Anjali Mudra) ( le spalle lontane dalle orecchie)
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Apri il torace e rivolgi lo sguardo in alto oppure frontalmente
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INSPIRA ed ESPIRA lentamente, cerca di percepire la distensione di ogni muscolo che lavora in questa posizione
VIRABHADRASANA 2
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In posizione eretta
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INSPIRA e fai un lungo passo indietro con la gamba destra
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ESPIRA e ruota il piede destro in un angolo di 90° in modo che il tallone anteriore sia in linea con la metà della pianta del piede posteriore
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INSPIRA e piega la gamba sinistra in modo che il ginocchio sia in linea con la caviglia
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Fai un ESPIRO completo
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INSPIRA e solleva le braccia all’altezza delle spalle
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Mantieni la colonna vertebrale dritta, apri il torace
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Ruota la testa in direzione della mano sinistra
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Mantieni la posizione per cinque respiri.
VIRABHADRASASNA 3
In posizione eretta fai un INSPIRO profondo
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ESPIRA, unisci i palmi in preghiera davanti al cuore
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INSPIRA e solleva lentamente indietro la gamba destra ben distesa facendo perno sui fianchi
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ESPIRA e abbassa lentamente il busto verso terra -Mantieni la posizione finchè ti è possibile e comodo
Non esercitare mai uno sforzo non necessario durante gli Asana.
La consapevolezza è essenziale nella pratica dello Yoga.
La consapevolezza, in questo contesto, si può intendere come il notare coscientemente le sensazioni nel corpo, il movimento fisico, la posizione in se stessa, il controllo e la sincronizzazione del respiro, il movimento del Prana, la concentrazione su un’area del corpo o su un Chakra, e, aspetto più importante, l’ osservazione di qualsiasi pensiero o sensazione che può sorgere durante la pratica.
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Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi approfondire e potenziare il tuo diaframma non esitare a scrivermi, ti risponderò al più presto possibile.
Namastè!♥ ♥ ♥