Katha Upanishad

Le Upanishad che significa “seduto vicino”, vennero chiamate cosi perchè gli insegnanti religiosi erano abituati a confidare dottrine segrete ai loro allievi migliori, a coloro che “siedono vicino”. Costituiscono la parte conclusiva dei Veda, i testi sacri più antichi della Tradizione induista che l’umanità possieda.

Le Upanishad, scritte intorno al 600-300 a. C.,sono trattati di letteratura sacra che espongono la ragione di ogni pensiero e azione, secondo la filosofia indù.

Poichè le Upanishad contengono la base e la struttura dell’intero sistema vedico in un formato abbastanza facile da comprendere, sono considerate uno studio fondamentale sia per i principianti che per gli studiosi esperti, sia a livello teorico che a livello pratico religioso di realizzazione spirituale.

La scienza del sistema vedico studia l’essere vivente come origine della consapevolezza, dell’intelligenza e dell’abilità di interagire con l’Universo.Tale scienza può essere soltanto vagamente paragonata con il concetto di “religione” al quale siamo abituati in occidente, poichè comprende insegnamenti di teologia, filosofia, metafisica, etica e spiritualità che si accordano perfettamente con le altre scienze integrandole. In particolare, la dimensione dello Yoga unisce i campi della fisica e della metafisica in modo cosi completo e armonico da poter spiegare facilmente molti dei fenomeni che risultano tuttora incomprensibili alle scienze occidentali, quali l’energia biomagnetica e le sue manifestazioni cosidette “paranormali”.

L’importanza delle Upanishad è stata riconosciuta universalmente nel corso della storia, sia in Oriente che in Occidente. Insieme alla Bhagavad Gita, le Upanishad detengono il primato per la quantità e la vastità dei trattati che sono stati scritti per commentarle. Arthur Shopenhauer (filosofo tedesco, 1731-1805) scriveva: ” In tutto il mondo non esiste uno studio cosi benefico e purificatore come quello delle Upanishad, che prima o poi sono destinate a diventare la religione universale…sono state la consolazione della mia vita e saranno la consolazione della mia morte”.

Studiosi induisti datano la composizione di Katha Upanishad all’incirca al V secolo a. C., ponendolo cronologicamente dopo i primi cannoni buddhisti Pali ed è tra le Upanishad più studiate.

Nella Katha Upanishad si narra dell’incontro tra Naciketa e Yama, il Dio della morte.

“Dopo la morte, l’uomo esiste ancora oppure no?” E’ questa la domanda angosciante che Naciketa pone a Yama.

Parama Karuna Devi, studiosa di sanscrito e letteratura vedica ha tradotto quest’opera con un linguaggio semplice e diretto, facile da comprendere e memorizzare.

” Che il Brahman ci protegga insieme, che ci nutra insieme, che noi possiamo ottenere forza insieme, che ciò che studiamo possa darci forza, che tra di noi non ci sia ostilità. (Invocazione)

Si narra che Auddalaki Aruni detto Vajasravasa distribui tutti i suoi averi desiderando ottenere il successo del rituale. Il figlio di Auddalaki, di nome Naciketa, era giovane ma ricco di fede. Mentre osserva le mucche offerte in carità, notò che erano vecchie e consumate, e non erano più in grado di dare latte, e pensò che un simile dono non avrebbe certo portanto molti benefici. Si rivolse dunque al padre e gli chiese:” a chi mi darai?”

Quando ebbe ripetuto la domanda per tre volte, il padre gli rispose: “Ti darò a Yamaraja, il Signore della morte!”

Naciketa pensò: “Non sarò certo il primo a recarmi da Yamaraja, anche se vado in giovane età. Ma cosa farà Yama? Pensa al modo in cui agivano i tuoi antenati, e guarda come si comporta oggi la gente. L’uomo matura come il grano e poi germoglia di nuovo. Yamaraja, figlio di Vivasvan mi accoglierà come ospite e mi offrirà almeno dell’acqua. Speranza, aspettative, parole piacevoli, sacrifici, carità, discendenza e mandrie vengono distrutti quando un uomo permette sciocamente che un brahmana resti senza cibo nella sua casa.”

Naciketa giunse alla dimora di Yama, ma la trovò vuota e rimase sulla soglia in attesa. Al suo ritorno Yama disse “Un brahmana e rimasto nella mia casa per tre notti senza mangiare: devo dunque soddisfare tre suoi desideri, per il mio stesso bene”.

Naciketa disse: “La prima benedizione che ti chiedo è che il mio padre sia purificato dalla sua collera contro di me, diventi sereno e gentile, e mi accolga bene quando lascerò la tua casa.”

Yama disse: “Per mia grazia tuo padre ti riconoscerà e sarà di nuovo ben disposto verso di te. Dormirà tranquillo e senza collera dopo averti visto tornare dalle fauci della morte”.

Naciketa disse: “Nel mondo celeste non esiste la paura poichè non ci sono vecchiaia o morte, fame o sete, o sofferenza, e tutti sono molto felici. O Yama, tu conosci il rituale del sacrificio del fuoco che conduce al cielo, spiegamelo perchè ho fede in questo rituale.. Coloro che vivono nei mondi celesti ottengono l’immortalità. Questa è la seconda benedizione che chiedo.”

Yama disse:Ascolta e ti insegnerò il rituale del fuoco che conduce ai mondi celesti, i mondi che non hanno fame, e al loro sostegno che è nascosto alla vista”.

Yama gli parlò del sacrificio del fuoco, l’inizio di tutti i mondi, gli disse dei mattoni necessari per l’altare, quanti devono essere e come devono essere disposti. Naciketa ripetè tutti gli insegnamenti e Yama, soddisfato, gli offrì un’altra benedizione.

“Questo sacrificio di fuoco prenderà il tuo nome. Ti regalo anche questa collana multicolore. Chi celebrerà per tre volte questo rituale chiamato Naciketa, avendo offerto il suo omaggio ai tre superiori e compiuto i tre doveri, si libera del ciclo di morti e rinascite. Chi ha compreso questo fuoco, che ci insegna che tutto nasce dal Brahman e che è venerabile e divino, raggiunge la pace imperitura. Chi conosce i tre fuochi chiamati Naciketa e celebra il loro rituale si libera dalle catene della morte e gioisce nel mondo celeste, aldilà della portata della sofferenza. Questo è il fuoco che porta al cielo, e che tu hai scelto come seconda benedizione. Diventerà famoso tra tutti gli uomini. Ora scegli la tua terza benedizione.

Naciketa disse: ” Quando un uomo muore, alcuni dicono che cessa di esistere, altri dicono che continua ad esistere. Vorrei sapere da te qual è la verità su cosa accade a un essere umano dopo la morte.”

“Persino i Deva hanno espresso dei dubbi su questo argomento, che è davvero molto sottile e difficile da comprendere. Chiedi una benedizione diversa.”

Naciketa disse: “Se persino i Deva hanno avuto dei problemi a comprendere questo argomento, chi meglio di te potrebbe darmi le istruzioni adatte? Davvero, non potrei chiedere una benedizione più appropriata.”

“Chiedi figli e nipoti che vivano cent’anni, mandrie di mucche, elefanti, oro e cavalli, vasti terreni o una vita lunga quanto vuoi. Oppure puoi chiedere ricchezze e salute, o il dominio di un vasto regno. Qualsiasi cosa sia desiderabile nel mondo degli esseri umani, ma difficile da ottenere, io te la concederò. Ecco delle straordinarie danzatrici, esperte di veicoli e strumenti musicali, che ti serviranno con grande amabilità. Ma non mi chiedere della morte.”

“Signore, rispose Naciketa, queste benedizioni effimere che mi hai offerto consumano il vigore dei sensi di un uomo, e comunque la vita è breve. I veicoli, la danza e la musica non mi servono. L’uomo non può essere soddisfato dalla sola ricchezza, e comunque quando arriva il momento della morte perde ogni cosa.. Come possiamo conservare anche solo il corpo, quando la vita volge al termine? La benedizione che ti ho chiesto è l’unica che io possa desiderare.

Quale mortale potrebbe desiderare una lunga vita pensando alla bellezza del piacere e dell’amore dopo aver avvicinato gli immortali e constatato come siano liberi dal decadimento? No, per me non ci sono dubbi. Ti prego, dimmi cosa c’è dopo la morte, cosa succede quando si entra nel mondo nascosto. Non desidero altra benedizione che questa.

Yama disse: “Ciò che è buono non è sempre piacevole, perciò l’essere umano si trova in difficoltà quando deve scegliere. Fortunato e chi rimane attaccato a ciò che è buono, mentre chi sceglie ciò che è piacevole manca il bersaglio. Una persona intelligente esamina ciò che ha un vero valore e ciò che invece appare piacevole soltanto perchè gli fa ottenere gli oggetti che desidera acquisire e conservare quelli che possiede. O Naciketa, tu hai già abbandonato tutti gli oggetti di desiderio dopo aver osservato le loro attrattive, e hai rininciato a prendere la strada della ricchezza, sulla quale molti sono periti. L’ignoranza e la conoscenza sono ben diverse l’una dall’altra e portano in direzioni differenti. Ora so che tu desideri davvero la conoscenza, perchè non sei stato distratto nemmeno dalla prospettiva di molti piaceri. Gli sciocchi vivono in mezzo all’ignoranza ma si considerano intelligenti e illuminati, continuando a girare in tondo e seguendo percorsi complicati, proprio come ciechi che guidano altri ciechi.

L’al di là non si manifesta mai agli occhi di una persona infantile e distratta, confusa dalle illusioni della ricchezza. Questo è tutto ciò che esiste, e il mondo, pensa, cade ripetutamente nelle mie mani. Di questo Atman( Anima) molti non sentono mai parlare, molti non lo comprendono nemmeno sentendone parlare, ma meraviglioso è chi ne parla e chi ne ascolta, e meraviglioso è chi lo conosce grazie alla guida di un’anima realizzata.

Quando l’insegnante è una persona di scarso valore è estremamente difficile imparare la scienza del Atman, anche con grandi sforzi, a meno che non si ottengano insegnamenti anche da un’altra persona, perche l’Atman è più sottile dell’atomo. Si tratta di una scienza che non è soggetta alla deduzione logica, ma può essere compresa tramite spiegazioni ed esempi. Grazie alla tua determinazione hai ottenuto questa possibilità, e anch’io sono felice di aver trovato uno studente come te.”

Neciketa disse: So che i tesori materiali sono effimeri e che ciò che è eterno non può essere ottenuto con cose che non sono eterne. Perciò io ho celebrato il sacrificio detto Naciketa, e sacrificando ciò che è affimero ho ottenuto ciò che è eterno.”

Yama disse: “Tu sei intelligente perchè hai esaminato attentamente la soddisfazione di tutti i desideri, il sostegno dell’universo, i risultati infiniti del sacrificio, la libertà dalla paura, la via della gloria e della grandezza, eppure ti sei lasciato indietro tutto ciò. Chi ha intelligenza concentra la mente per conoscere l’Atman che è difficile da percepire, nascosto nella caverna del cuore, il Signore Supremo, il più anziano. Questa persona supera il livello della gioia e del dolore. Chi ha ascoltato e accettato questa conoscenza, ha rinunciato all’identificazione con il corpo materiale e ha raggiunto la realizzazione del Sè transcedentale, ottiene la fonte della vera felicità. Per te è ormai aperta la dimora del Brahman (Dio).

Dimmi che cosa, secondo te, si trova al di là del bene e del male, della causa e dell’effetto, del passato e del futuro.. Ti dirò brevemente lo scopo dei Veda e delle austerità, cercato da coloro che praticanoil brahmacharya: è la silaba Om. Questa silaba Om è il Brahman e chi lo conosce realizza ogni desiderio.. E’ il sostegno supremo, il migliore che si fonda sul Brahman stesso.. L’Atman è la consapevolezza che non nasce e non muore, non ha origine e non dà origine, è primordiale, non-nato, eterno, libero dal decadimento, e non muore quando il corpo muore.

Sappi che l’Atman è seduto nel carro costituito dal corpo e che l’intelletto come il guidatore regge le redini della mente. I cavalli sono i sensi, gli oggetti dei sensi sono i sentieri. Quando l’Atman è in armonia con la mente e i sensi è considerato il beneficiario del corpo. Chi non concentra la mente e non ha discriminazione rimane incapace di controllare i cavalli selvaggi dei sensi, mentre chi sa discriminare e concentra la mente dirige i cavalli come un buon guidatore.

I saggi descrivono questa via come dura e difficile da percorrere, affilata come la lama di un rasoio.

Naciketa ottenne questa conoscenza da Yama, la personificazione della Morte, apprendendo la scienza dello Yoga, e poichè era libero da passioni e dalla morte raggiunse il Brahman. Cosi sarà anche per chiunque altro realizzi l’Atman interiore allo stesso modo.” ( 108 Upanishad, Parama Karuna Devi)

Nelle difficoltà, le persone tendono a perdere la fede e a ricorrere a scorciatoie e pratiche discutibili. Nella vita mondana , a volte possono avere successo con tali tattiche ma alla fine lasceranno profonde cicatrici nella loro coscienza e influenzeranno il corso delle loro vite future in modo molto negativo. La maggior parte delle volte sono le tue azioni a determinare il tuo destino ma a volte hai la possibilità di migliorare le cose o reindirizzare la tua vita nella direzione dei tuoi desideri e sogni. Tutto ciò che fai genera una conseguenza. Se sorridi al prossimo riceverai un sorriso, se gli farai un torto, ne riceverai uno anche tu.

Ecco perchè è essenziale trattare gli altri con rispetto, tutto ciò che facciamo ci torna indietro, sia il bene che il male.

“Come hai piantato, cosi racogli; tale è il campo del Karma.” (Sri Guru- Granth Sahib)

Se volete approfondire, migliorare il vostro stato di benessere fisico e mentale o semplicemente lasciarvi guidare, non esitate a scrivermi per partecipare alle mie lezioni di Yoga oppure alle sessioni individuali di riequilibrio energetico.

Namastè!