Yoga & Psiche

Lo Yoga e la psicoanalisi sono due metodi che, è stato dimostrato, possono aiutare l’uomo a crescere in maniera significativa.

Anche se le discipline sono nate indipendentemente l’una dall’altra, in due culture molto diverse, esistono dei punti di vista riguardo i processi psichici che rivelano delle analogie sorprendenti.

Lo yoga e la psicoanalisi vivono attraverso il dialogo, nel primo caso tra il maestro e l’allievo e nel secondo tra lo psicanalista e il suo paziente.

Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi individuò l’origine delle nevrosi nei disturbi dello sviluppo della psiche umana, aprendo delle possibilità di guarigione. Infatti sviluppò un metodo di trattamento che invitava i pazienti a rappresentare con le parole il loro mondo interiore e a risolvere i loro conflitti interni attraverso l’uso della parola. Questo metodo si chiama “analisi del transfert”.

E’ stato dimostrato che la “psiche” non costituisce un’entità reale separata, ma che è sempre espressione delle relazioni che l’uomo coltiva con il suo mondo interiore ed esteriore.

Lo yoga presenta lo sviluppo della mente ricorrendo a tecniche e metodi radicati nella filosofia indiana che promuovono la crescita della persona nel suo complesso.

Dal punto di vista dello yoga, la sofferenza psichica e la malattia sorgono quando gli uomini confondono il loro nucleo interiore, la coscienza pura, con i loro pensieri e le loro idee.

Dal seguente dialogo tra Hellfried Krusche, un rinomato psicoterapeuta e T.K.V. Desikachar, figlio e discepolo del famoso T. Krishnamacharya, uno dei padri fondatori dello yoga moderno, si possono trarre conclusioni sulla validità universale dei metodi di trattamento della psicoanalisi da una parte e delle tecniche di yoga dall’altra, sia in Occidente che in Oriente.

T.K.V. Desikachar:

” Vedo persone che praticano asana e pranayama, fanno meditazione e conoscono tutti i testi di yoga…eppure a costoro non succede niente, nessuna trasformazione, nessun cambiamento. Dall’altro canto vedo poi delle persone che dedicano alla pratica molto poco tempo, eppure a volte vivono una grande trasformazione interiore. Come si spiega questo?

H. Krusche:

Da psicoanalista direi che dipende dalla qualità delle relazioni che hanno sperimentato nell’infanzia. Le esperienze di relazioni con persone che per noi sono importanti a livello emotivo possono trsformarsi in una struttura interna della nostra psiche. Secondo noi psicanalisti, l’essere umano non ha relazioni soltanto con gli oggetti esterni ma anche con quelli interni. Gli oggetti interni sono esperienze e immagini che abbiamo elaborato dentro di noi in seguito a precedenti incontri e relazioni con altre persone e non solo: sono anche immagini interne delle nostre reazioni a certi avvenimenti significativi della nostra vita. Se nel nostro mondo interno ed esterno disponiamo di esperienze positive e costruttive, ci è più facile rimanere aperti a proposte e possibilità di sviluppo. Se invece viviamo un un mondo interiore con oggetti interni ed esterni che sono in una certa misura negativi, abbiamo la tendenza a vivere ogni nuova situazione come piuttosto minacciosa e restrittiva. Di conseguenza, ci poniamo al mondo esterno con un atteggiamento chiuso e difensivo perchè partiamo sempre dall’idea di doverci proteggere.

La capacità di una persona di intrattenere delle buone relazioni con gli altri la protegge e le permette di continuare a svilupparsi. Se ad espempio si ripetono gli esercizi di yoga in maniera soltanto meccanica, certamente si potranno sviluppare delle abilità tecniche, le strutture della psiche però non cambieranno.

A volte incontro delle persone che praticano yoga o diverse forme di ginnastica o che fanno addirittura una psicoterapia, eppure non cambiano. Evidentemente sono in grado di fare le loro pratiche in modo puramente meccanico, e a volte usano lo yoga o la psicoterapia allo scopo di evitare il cambiamento. Il risultato dipende dalla persona e dal mondo interiore in cui vive. Infatti succede anche il contrario: persone che hanno ricevuto poco aiuto sono capaci di cambiare profondamente perché hanno sviluppato un mondo interiore con oggetti interni positivi. Questo li porta a un atteggiamento interiore che permette loro di vivere le relazioni come costruttive e non come pericolose. Di conseguenza hanno meno paura della trasformazione e possono accettare più facilmente le proposte e esperimentarle.

La capacità di cambiare varia quindi da persona a persona, insieme anche a tanti altri fattori, tra cui quelli genetici. Tuttavia, nella nostra tradizione psicoanalitica osserviamo prevalentemente l’aspetto della relazione.

T.K.V Desikachar:

Ci sono persone che si dichiarano fervidi credenti. A volte osservo queste persone nei loro rituali: è come se portassero una maschera quando vanno nel luogo di culto. Dopo aver compiuto tutti i loro rituali, tolgono la maschera e tornano a essere se stessi.

Come lo spiegherebbe lei?

H.Krusche:

Lo interpreto come uno sdoppiamento psichico. Per rispondere alla sua domanda, bisogna prendere in considerazione due aspetti: prima la personalità e poi la questione della fede in una religione. Le strutture psichiche umane sono molto complicate. E’ assolutamente possibile che una persona presenti più stati mentali- possiamo anche dire “stratti della personalità”- che sono separati e scissi fra di loro senza che la persona ne sia consapevole. Nei casi gravi questo porta a un comportamento psicotico. Esistono molte persone la cui mente è divisa in diversi ambiti staccati tra di loro.

T.K.V.Desikachar: Come nel caso di Dr.Jekyll o Mister Hyde?

H.Krusche:

Esattamente. Nella loro vita professionale le persone con questo tipo di predisposizione possono essere molto crudeli con i loro colleghi o callaboratori, mentre a casa sono dei buoni genitori o dei coniugi devoti. Lo sdoppiamento è qualcosa di molto strano ma anche tipicamente umano. Non è un lavoro semplice, richiede del tempo e della pazienza, ma è comunque possibile arrivare a un risultato che permetta al paziente di cambiare veramente. Direi che chi è in grado di elaborare tutte le sue paure e angosce e di sperimentare la sua stessa personalità intera è molto più preparato a diventare religioso. Credo che la pratica della meditazione richieda un funzionamento sano della mente o della psiche, altrimenti si corre il rischio di sviluppare una malattia psichica e di rimanere bloccati.

In un corso di yoga le persone dovrebbero imparare anche come portare pace e chiarezza sul loro passato e sul loro presente. In fondo molto dipende dall’equilibrio interiore ed esteriore in cui viviamo. Lei concorda che nelle lezioni di yoga si dovrebbe lavorare anche sui problemi relazionali e sui problemi interiori dell’allievo?

T.K.V.Desikachar:

Assolutamente si!

H.Krusche:

Se una persona vuole raggiungere la libertà attraverso lo yoga, allora deve elaborare la sua storia del passato e dei suoi conflitti irrisolti. Questo coincide molto con il pensiero e l’approccio della psicoanalisi.

Nelle sue prime ricerche Freud considerava la psiche dell’uomo come una macchina che potesse autoregolarsi. Oggi forse si prenderebbe come esempio un computer, che a certe condizioni non funziona più correttamente. I computer possono essere molto utili quando sappiamo usarli. Ma quando non lo sappiamo fare, quando non siamo più i padroni del sistema, arriviamo ad una grande confusione.

T.K.V. Dekachar:

Questo è un buon esempio. La mente rappresenta i dati di quello che noi percepiamo. Le sue attività possono essere utili oppure causare dei problemi.”

Dialogo tratto dal libro ” Tra Freud e Patanjali-La conoscenza segreta dello yoga e della psicoanalisi”

A partire dall’interpretazione degli Yogasutra di Patanjali, uno dei classici più importanti dello yoga, Desikachar e Krusche dialogano nelle pagine di questo libro sui temi al centro dell’interesse della tradizione psicoanalitica e yoga. Dai percorsi di guarigione al ruolo della relazione, dal modo di affrontare il dolore ai presupposti per il cambiamento e la trasformazione, con la precisa finalità di rintracciare le verità eterne e universali dell’esistenza che trascendono da epoca e ambito culturale.

In quale territorio possono incontrarsi yoga e psicoanalisi? La risposta ce la sugerisce lo stesso Krusche: “Nei vecchi testi classici di yoga si potranno scoprire sorprendenti analogie con la psicoanalisi contemporanea. Sia nello yoga, cosi come nella psicoanalisi si tratta di essere in grado di vivere una relazione stabile e affidabile, perchè questo è dal punto di vista dello yoga tradizionale, la base di ogni sviluppo mentale e spirituale”.

Se volete approfondire, migliorare il vostro stato di benessere fisico e mentale o semplicemente lasciarvi guidare, non esitate a scrivermi per partecipare alle mie lezioni di Yoga oppure alle sessioni individuali di riequilibrio energetico.